Nel paese delle meraviglie: la Gnosi burlesca della TFP e degli Araldi del Vangelo
Autor: Orlando Fedeli
L’ampiezza del tema, basata sui documenti dottrinari pubblicati dai seguaci di Plínio Côrrea de Oliveira e di Monsignore João Scognamiglio Clá Dias, ci ha obbligati a pubblicare un’opera voluminosa intitolata “Nel paese delle meraviglie: la gnosi burlesca della TFP e degli Araldi del Vangelo” con circa 600 pagine, ripiena di citazioni di fonte originale della TFP e degli Araldi.
i documenti e tutte le fonti pubblicate dalla TFP e dagli Araldi, e noi ci abbiamo fondati in questi documenti e in queste fonti per smascherare una setta che si traveste di cattolica per meglio ingannare la Gerarchia della Santa Chiesa.
“Lui ha fatto due riunioni con una settimana di differenza l’una dall’altra ed in queste riunioni lui ci ha presentato il bisogno di fare qualcosa in linea di denunciare la 4ª Rivoluzione, poiché il Signore Dottore Plínio stesso aveva in vita manifestato questo desiderio, giacché le cose camminavano ad una grande denuncia.
di proteggerci dagli scoppi futuri”.
[Questa è la nostra traduzione dall'originale spagnolo]
Chiamavamo il clero in generale “Struttura”, per non chiamarlo “Gerarchia” e così non lo riconoscevamo adeguatamente, giacché dopo il Concilio Vaticano II, sono caduti in eresia, alcuni per complicità, altri per omissione, d’ora in poi sono diventati totalmente illegittimi. Ricordo che JC in pubblico ed in privato, lodava l’ipotesi di qual’cuno (uno dei teologi interni, sicuramente, detestati da JC e tuttavia citato come autorità quando gli favoriva, soprattutto nel formulare una simile ipotesi così rischiosa…se era acettata, si la riconoscerebbe a lui, ma lui sempre direbbe che tale era stata un’idea di qualche Solimeo, da questo…) di chegiacché non c’eravano più vescovi legittimi dentro la Chiesa, verrebbe SanGiovanni Evangelista, l’Apostolo, il quale sarebbe vivo in corpore ed anima nel paradiso, ordinando nuovi sacerdoti e nuovi vescovi per la nuova Chiesa, rigenerata, del Regno di Maria. Queste cose erano normali negli eremi ed ammesse con tutta naturalità e logica dai tutti i mdg [membri del gruppo] di spirito buono.
1. Se JC si ha lasciato ordinare sacerdote soltanto come parte di una manovra (la quale era chiamata da lui manovra Giuditta), allora la sua ordinazione è almeno sacrilega. Forse lui, infatti, non crede che la struttura abbia il potere per ordinarlo, in questo caso lu i soltanto attuerebbe come tale, per avanzare la sua manovra Giuditta. Se questo è così, allora ogni messa, ogni confessione, ogni sacramento amministrato è una farsa, e perciò un inganno per migliaia di persone. È questo credibile?
Tutti che conoscono JC sanno sulla sua affamata “restrizione mentale”, sui suoi “sgambetti”, sulla sua più che riconosciuta abilità di giustificare i mezzi per raggiungere un fine.
Per appartenere al circolo più interno di confidenzialitá di JC, attualmente, bisogna essere sacerdote. Saluti e fino alla prossima. Fran”.
Registrato: 08 Feb 2010 11:53
Perciò la sua metefisica era fatta dai scampoli slogan alla moda nella sua gioventù, mescolando l’idealismo romantico, frasi d’effetto con termini bergsoniani e freudiani, sottili citazioni scolastiche, tutto ciò mescolato con sogni e deliri paranoici. Quindi chiamiamo “burlesca” la sua Gnosi. La sua dottrina è talmente grottesca che fanno di lui un pseudo intellettuale.
Questo manuale è stato approvato da Dr. Plínio ed è stato venduto ad alcuni persone della TFP.
solamente, si in precedenza si possiede l’idea dell’Essere Assoluto.
c)“la ricerca dell’assoluto per soddisfare questa carenza”;
d) “l’unione coll’assoluto”;
L’uomo cerca l’Assoluto in sé stesso, o negli altri esseri dell’universo. Perché nell’uomo c’è innata l’idea d’Assoluto, l’uomo comincia a cercare l’Assoluto in sé stesso, e, più tardi, nelle altre creature. Perché, nel parere di Plinio, in tutte le cose ci sarebbe qualcosa dell’Assoluto, poiché Dio sarebbe “l’essere degli esseri“.
3 – Il senso dell’Essere ed il Selettivo conducono l’anima all’unicità
coll’Assoluto
relazione a lei, le conviene per realizzare la sua unicità. Nella sua paseggiata per la vita, non ha mai sbagliato e sempre ha lo scopo de raggiungere la unicità di sé stessa. L’innocenza così concettuata si rifere alla persona senza il peccato originale” (Plínio Corrêa de Oliveira, “Seletivo e Harmonia na Alma Inocente”, artigo in “Revista Dr. Plínio“, Ano VIII, Junho de 2006, N0 87, p. 23. Grassetti nostri nella citazione).
Cosa significa, in questo testo, che l’innocenza primeva della persona, attraverso il “senso dell’essere“, “sceglie le cose che, per affinità o contrasto armonico in relazione a lei, le conviene per realizzare la sua unicità”.
Per mezzo di questo misterioso “senso dell’essere”, l’innocente farebbe una selezione — eliminando qualcosa, accettando il contrario di qualcosa —
affinché raggiunga “l’unicità“. Quello non sarebbe il sinonime d’unità?
Certamente no, perché l’uno è uno trascendentale dell’essere. L’essere uno è una cosa propria di tutti gli esseri. Ogni cosa è una e mai cerca di raggiungere la sua unità, cosa che già possiede. Unicità sembra indicare un concepimento monista dell’essere. “Unicità, in questo testo, ne può significare che si cerca di raggiungere un’identificazione sostanziale coll’Essere Assoluto, in un monismo ontologico.
Harmonia da Alma Inocente, in revista “Dr. Plínio“, Ano VIII, Junho de 2006, N0 87, p. 22. Grassetti nostri nella citazione).”
“Direi che la persona, mangiando petalo per petalo, mossa dal gusto, mossa dall’appetenza di degustare il fondo del carciofo, mangerebbe petalo per petalo fino il fondo. Allora direi che apparebe i seguenti scalini: l’amore della cosa concreta, l’amore della cosa come riflesso d’una altra, l’amore d’una cosa astratta e la considerazione d’una cosa puramente intellettiva.
Così successivamente, arriveremmo a Dio”.
si personalizza in soltanto uno Dio. Dentro questa concezione, possiamo dire che l’assoluto è una persona, Dio Signore Nostro, che cerchiamo dentro tutte le cose.” (Parole di PCO nel Manuale riassunto del MNF, p. 43. Grassetti nostri nella citazione).
di tutti gli esseri contingenti, perché “Dio è l’essere degli esseri“. (Átila Sinke Guimarães, Apostila O Processo Humano -Resumo do MNF, p. 36).
ero piccolo e pensavo su di loro, chiedendome se erano moralmente buone o male, ontologicamente appetibile o no. Per esempio, c’è una fotografia nella quale sono nelle braccia di mamma, avendo alcuni mesi di età, e, perciò, senza l’uso della ragione. Lei era relativamente giovane, molto forte e ben costituita, sorridendo affascinata e soddisfatta. Letteralmente, lei è “sciolta”…
la mia micro-fisionomia ho percepito qualcosa nel mio modo d’essere e del
mio temperamento che già era lì presente. L’innocenza traspari in modo
saliente, insieme alla debolezza. Sono svegliato, guardando qualcosa. A mio
agio nella braccia materna –con delle delizie! — sentendo molto il suo
affetto e fidandome in lei colla massima tranquillità. Tuttavia, sono stato
colto di sorpresa quando avevo visto come un bimbo con quell’età con un’aria e uno sguardo di chi sta ragionando…Si trata di uno sguardo selettivo e dubitativo: fatto per distinguere le cose, non permettendo che loro si mostrassero complicate, ma coordinate. Con una gran tendenza per l’analisi, disposta dopo a degustare o a rifiutare, approvare o rigettare. C’era lì un capolavoro per un uomo molto analitico”. (Plínio Corrêa de Oliveira, Notas Autobiograficas,vol. I, p. 63). Grassetti nostri nella citazione.
l’essere, in questo caso, sarebbe l’Essere Assoluto stesso. Perché? Perché Plínio ha definito il selettivo dicendo che lui è l’essere stesso.
da Alma Inocente, in revista “Dr. Plínio“, Ano VIII, Junho de 2006, N0 87,
p. 22. Grassetti nostri nella citazione.).
dal peccato originale. Ma, in altre parti, PCO dirà che tutti gli uomini sono innocente per natura. Comunque, essendo innocenti tutti gli uomini,
loro sarebbero esenti dal peccato originale. Imprecisamente PCO diceva anche che questo “selettivo” è “l’essere stesso“, cioè il senso dell’essere, innato nell’uomo.
selettivo sarebbe, secondo PCO, una “Camera Oscura” che esisterebbe dietro l’intelligenza e la volontà. (Trataremo più tardi su questa “Camera Oscura”).
stessa” (PCO, artigo na revista “Dr Plínio“, N0 85, p. 25).
attraverso la coscientizzazione di che tendiamo, all’Assoluto, alla Divinità.
occasioni della nostra vita. Quando alle volte, comunichiamo alla Messa,
abbiamo una certa percezione, dov’è il Santissimo, percepiamo che Lui è là.
O quando visitiamo la Sainte Chapelle“. (PCO, artigo na revista Dr.Plínio,
N0 58, p. 17. Grassetti nostri nella citazione).
antico alter ego di lui stesso, che sarebbe il proprio Cristo.
di luce, ripiena di pace, ripiena d’ordine, concatenazione e forza, ma piena
di tranquilità. Questa cosa ha la capacità di muovere senza muoversi a sé stessa. C’è qualcosa d’ineffabile, di divina, d’interiore e di segreto“.
(Plínio Corrêa de Oliveira, Inocência Primeva e a Contemplação Sacral do
Universo, ed. cit. p. 49.) Grassetti nostri nella citazione.
immobile — è Dio. Perciò assicurare che egli, Plínio, abbia qualcosa di
divino.
del processo umano, colla Divinità.
tutte le cose, attraverso il possedimento innato delle matrici dell’essere in noi.
ideali di tutte le cose. E — se non abbiano commesso delle infedeltà
rivoluzionarie, contro l’ordine stabilito da Dio nella Creazione — sono
capaci di trovare in sé questi modeli ideali. Quando questo será stato
fatto, non è molto difficile raggiungere l’armonia interna dell’anima che
carattaterizza l’innocenza“. (PCO, A Inocência Primeva, p. 45).
questo, anche le matrici di tutti gli esseri contingenti, gli universali, come se l’anima umana fosse il Verbo di Dio, nel quale tutte le cose sono state fatte.
tutto nell’Assoluto divino.
“C’è una certa regione misteriosa dentro l’uomo che potrebbe essere
comparata con una camara oscura nella quale accade il più profondo elaboraredegli atti d’intelligenza e di volizione dell’uomo, e quelli che normalmente si chiama intelligenza e volontà sono soltanto dei prolungamenti”.
nell’oscurità del subcosciente, delle operazoini che l’uomo produce senza
che egli stesso percepisca che egli le sta producendo” (Apostila da TFP,
MNF- O Processo Humano (Resumo), mimeografada pela Editora Vera Cruz Ltda., São Paulo, Dezembro de 1972, II Parte, Capítulo III, O que é a Câmara
Obscura, Nº 2 p. 71).
“id”. E la Cabala è la Gnosi del giudaismo.
l’intelletto e la volontà. È nella che le operazioni dell’uomo si facerebbero senza che lui le percepisse bene cosa là si stava producendo. Questo annulerebbe il libero arbitrio umano e la responsabilità degli attinostri.
Maestro Eckhart:
profonda, ben più elevata, luogo dal quale si diffondono le potenze che sono
l’intelletto e la volontà. Sant’Agostino si esprime così: siccome è impossibile dire da dove il Figlio è uscito dal Padre nella prima diffusione, c’è nell’anima umana qualcosa di tutto — fatto segreto sopra la prima diffusione da dove sono usciti l’intelletto e la volontà“. (Mestre Eckhart, Sermons, ed. cit. Sermão nº 7 “Populi eius in te est, misere Deus“, pág. 91).
d’immondizia nel quale necessariamente entra del polvere, non importa quanto si pulisca. Ma c’è un tipo d’oscurità sacra, come quella del tabernacolo, e non più di tutto ciò. A proposito, lei è così elevata e così nobile che pottrebe essere chiamata “il tabernacolo dell’anima”. (Apostila da TFP, MNF- O Processo Humano (Resumo), mimeografada pela Editora Vera Cruz Ltda., São Paulo, Dezembro de 1972, II Parte, Capítulo III, O que é a Câmara Obscura, Nº 7- Poderia ser conscientizado o que há na câmara obscura?, (idem,p. 72).
della intelligenza e della conoscenza. Ed è, allo stesso tempo, la grande
muta. Allora, la intelligenza prende queste cose, le formula, le fa
coscienti, ecc. E questo è un fatto che i sostenitori della filosofia tradizionale non hanno messo in evidenza e gli esoterichi cercano de lavorare con questo in un modo malevolo”. (Apostila da TFP, MNF- O Processo Humano (Resumo), mimeografada pela Editora Vera Cruz Ltda São Paulo, Dezembro de 1972, II Parte, Capítulo III, O que é a Câmara Obscura, Nº 3 —- Pode ser conscientizado o que há na câmara obscura? p. 75).
selettivo, il deposito del sapere innato dell’uomo, da dove l’uomo
ritirerebbe le sue conoscenze depositate là.
l’intelligenza abbia elaborato dei ragionamenti. Questa facoltà lavora anche in um modo incompleto, mentre il selettivo già comincia il suo operare. Tale tabella di valori, di preferenze, di rifiuti, d’indifferenze, è sviluppata
dal bambino durante la sua vita, soffrendo delle modificazioni, alle volte
perdendo qualche attributo, acquistando degli altri, ecc. ma, nelle sue linee generali, lei lo conserva fino la fine della sua esistenza”. (PCO,
artigo “Inocência e as Noções Primárias do Ser“, in revista Dr. Plínio, Ano VIII, Abril de 2.005, N0 85, p. 24. Grassetti nostri nella citazione).
di giudizi nell’uomo, anteriori all’uso della ragione. Nell’uomo, ci
sarebbero dei criteri di giudizi innati. Ci sarebbe appunto una tabella di
valori innata e che, in linee generali, si manterrebbe nell’uomo fino alla
fine della vita. Questo va contro la dottrina cattolica e rende Plínio o un
platonico, o un romantico kantiano.
non astratto”.
non-creato al creato, del non-essere all’essere”. (PCO, artigo “Inocência e
as Noções Primárias do Ser”, in revista Dr. Plínio, Ano VIII, Abril de
2.005, N0 85, p. 24).
Ed il processo mentale umano non parte dal non-essere all’essere. Parte
dalla constatazione che gli esseri esistono. Il bambino non parte di una
nozione del non-essere.
come lui raggiungerebbe l’apoteosi, cioè, la divinizzazione.
gli universali, e, alla volontà, il selettivo presenterebbe le decisioni più
profonde e migliori per l’individuo, ma che il libero arbitrio potrebbe
rifiutare. Dunque, Plínio parla su una “cattiveria del libero arbitrio“,
perché lui potrebbe resistere alle proposte inerranti del selettivo.
Oscura, nella quale sarebbero tutte le conoscenza innate che l’uomo sempre
permetterebbe comparare con quello che la realtà esteriore gli presentasse.
Quello che sarebbe conveniente all’uomo gli causerebbe un’impressione
favorevole, la quale l’uomo, attraverso la sua immaginazione, potrebbe
collegare alla matrice dell’essere innata in lui, ed in seguito, e sempre
usando l’immaginazione, collegare questa prima impressione agli altri esseri analoghi superiori fino ad arrivare ad un analogo assolutamente trascendente alla realtà concreta, in un mondo irreale ed immateriale, dove ci sarebbe la fonte Assoluta dell’impressione sentita inizialmente. Questo esercizio immaginativo ci farebbe passara, lo diceva PCO, dal concreto esteriore alla vera realtà dell’Assoluto ideale, in una sfera superiore che PCO chiamava
Trans-Sfera.
intellettiva. Quello che importerebbe sarebbe il selettivo, l’impressione
sensibile, e la immaginazione, come mezzi per raggiungere ed si identificare
all’Assoluto ideale.
Corrêa de Oliveira, artigo “Vítima Expiatória“,in revista Dr. Plínio, Ano
II, Outubro de 1999, N0 19, p. 26). Perché cattiveria del libero arbitrio?
Perché il libero arbitrio, attraverso la sua cattiveria, potrebbe rifiutare
questo assoluto, preso negli esseri contingenti concreti, e suggerito dal
selettivo come un invito affinché l’uomo alzi in volo fino all’Assoluto
ideale nella Trans-Sfera. Esistendo questo rifiuto per la preferenza
dell’essere concreto e disprezzo del Assoluto, nell’anima accadrebbe un
volgersi verso il concreto e verso il relativo, respingendo l’Assoluto
ideale. Allora accadrebbe una disarmonia delle sue potenze e l’uomo
perderebbe il fulgore dell’innocenza primeva. Questo sarebbe il peccato di Rivoluzione che farebbe del‘uomo uno rivoluzionario.
innato ed inerrante, lui vincerebbe, come diceva Plínio, la cattiveria del
libero arbitrio, mantenendo l’innocenza primeva e l’armonia delle potenze
coscienti della sua anima, diventando l’uomo un contro-rivoluzionario. Non
esistendo il peccato della rivoluzione — il rifiuto di cercare l’Assoluto
per mezzo dell’immaginazione e del sogno — l’innocenza permarrebbe
nell’anima anche sotto un mare di peccati contro la legge di Dio. L’unico
male sarebbe il peccato della rivoluzione, il rifiuto della ricerca
dell’Assoluto.
selettivo nella Camera Oscura. Esse avrebbero le sue radici nel selettivo
residente nella Camera Oscura.
radicale del selettivo, sarebbero state poste come inerranti nell’uomo.
Dice ancora Plínio: si dice che “l’intelligenza è inerrante nel luogo della
sua nacita, cioè, nel selettivo giacente nella Camera Oscura”. E che, se una
persona fosse fedele a questo stato originale, che il Battesimo
rinforzerebbe, lei si manterrebbe innocente, nonostante commettesse un mare di peccati, perché questo stato sarebbe ontologico, sarebbe immanente all’essere dell’uomo, e perciò anche lui diventerebbe inerrante. Se una persona attuasse sempre in accordo colla sua coscienza, lei sarebbe dunque inerrante.
Tutto ciò è stato raccontato da João Scognamiglio nel 1992, quando Dr.
Plínio era ancora vivo (Cfr. João Scognamiglio Clá Dias, Jour-Le-Jour, 19 de Abril de 1992).
peccato originale, estirpando la contraddizione che ha lasciato nella nostra natura, attraverso il buon uso del nostro selettivo:
nostro interiore, affinché in noi tutto sia logica, coerenza, armonia.”
correttamente, non cercando delle cose che non ci convengono, ed avendo
l’idea esatta di come dovremmo essere, cioè, innocenti. E desiderare
raggiungere questo scopo, perché l’uomo, quando fedele alla sua innocenza battesimale, conosce, quasi per istinto quello che gli sarà o non benefico“.
(PCO, artigo, “Seletivo e Harmonia na Alma Inocente”, in revista Dr. Plínio,
Ano VIII, Junho de 2.005, N0 87, p.25).Grassetti nostri nella citazione.
che abbiamo appena esposto:
Oliveira] – di che la conoscenza è qualcosa che spunta dal fondo della testa dell’uomo alla maniera di qualcosa imprecisa, che dopo diventa disegno, dopo rilievo, dopo statua ed finalmente parla“. (Apostila da TFP atribuída a Átila Sinke Guimarães, MNF- O Processo Humano (Resumo), Editora Vera Cruz Ltda São Paulo, Dezembro de 1972, II Parte, Capítulo I
Teoria da Visão Primeira, Nº 5 – O Verdadeiro Conhecimento e a Verdadeira Inteligência, p. 64.)
sono une” (Apostila da TFP, MNF – O Processo Humano (Resumo), Editora Vera Cruz Ltda São Paulo, Dezembro de 1972, II Parte, Capítulo
I Teoria da Visão Primeira, N 0 1 - Visão primeira a Alma Enxerga o Ser na sua Totalidade, p. 61. O destaque é nosso).
l’uomo “è uscito dalle mani de Dio“.
mani di Dio” (PCO, A Inocência Primeva, p. 35).
testi, come questo che repetiamo in favore d’una comprensione più facile:
[innocenza primeva è lo stato] “per cui una persona, fin dai primi movimenti
della sua esistenza, possiede la nozione di chi lei stessa è. E, in modo
eccellente, sceglie le cose che, per affinità o contrasto armonico in
relazione a lei, le conviene per realizzare la sua unicità. Nella sua
paseggiata per la vita, non ha mai sbagliato e sempre ha lo scopo de
raggiungere la unicità di sé stessa. L’innocenza così concettuata si rifere
alla persona senza il peccato originale” (Plínio Corrêa de Oliveira,
“Seletivo e Harmonia na Alma Inocente”,artigo in “Revista Dr. Plínio”, Ano VIII, Junho de 2006, N0 87, p. 23. Grassetti nostri nella citazione).
Non è strano allora che lui dica…:
primevo d’equilibrio e di temperanza con il quale l’uomo è stato creato, e
perciò si conserva aperto alle forme d’aderenza a principi morali e di
meraviglioso”. (Plínio Correa de Oliveira, A Inocência Primeva e a
Contemplação Sacral do Universo, p. 35).
l’eresia della TFP e degli Araldi del Vangelo. E PCO si diceva “L’innocente”
per antonomasia. Da questo si capisce l’idea di che lui era inerrante ed
immortale, il Profeta del futuro Regno di Maria.
innata dell’essere Assoluto, un Archi Alter Ego della persona. E per lui,
nel suo pensiero idealista, ripetiamo, l’idea d’essere era identica e la
stessa cosa che il proprio essere.
nella mia anima in un momento tale atteggiamento, in un altro momento
un’altro. Allo stesso tempo, lui mi lasciava contemplare quest’atteggiamento e sembrava dirmi: “Vedi com’è bella questa cosa! E tu, figlio mio, come sei carino, profumato, brillante e magnifico, come la tua anima! Che splendore c’è in te! Ed ancora, che allegrie ineffabili tu ne senti! Che benessere superiore a qualsiasi soddisfazione della terra, senza nessun paragone!”
“Essendo fedele a “questo”, avrai un grande ruolo. E quando l’avrai
realizzato, allora vedrai come sarà la mia unione con te! Che grandezza
senza nome! Vai, dunque, perché alla fine mi troverai. Ed adesso cerca di
trovare l’allegria in te stesso, perché io pongo in te il fascino e “la leggerezza dell’anima” che sono il tuo Cielo da adesso”.
“Tutto ciò m’invitava a sacrali “sogni a occhi aperti” e pensavo: “Come sarà
quest’unione?”. Ed immaginavo dei episodi…Io sognavo di quest’unione,
promessa per l’ora del compito compiuto, ma senza mai pensare così: “Io sto camminando, ma gli altri non…”
“Dunque, il vero trionfo non consisterebbe negli applausi degli altri, ma nell’unione consumata. Questo sarebbe come un generale dell’anima nobile, il quale desidera vincere una guerra. Nell’ora della parata della vittoria, lui ha la sensazione metafisica [sic] d’incarnare la patria e l’eroismo ed
incontra la pienezza e la realizzazione della sua anima in quest’identificazione coi valori superiori, molto maggiori dell’allegria d’essere applaudito”.
“Così erano i miei “sogni”, ma in un modo incomparabilmente più elevato: io
desideravo quest’unione per sentirmi interamente penetrato da “questo”,
quando arrivase la fine della mia missione Io non sapevo che questo si
chamava Dio, come vedo oggi. Io avevo, comunque, un desiderio d’unione con Dio. E questo si esprimeva in vari modi. Io non ascoltavo nessun suono o
melodia suonata dagli angeli, ma alle volte, sentivo “un’armonia” interna
della mia anima, sulla quale avevo la volontà di comporre una musica…E,
alle volte, in un o in altro brano musicale che ascoltavo — suonato dalle
molte orchestrine esistenti dappertutto — certi trilli me ne ricordavano, en passant.”
coerenza molto grande; esigeva che io me dessi a lui interamente! Quello
dovrebbe essere la casa della mia anima per tutta mia vita, e, nella, io
avrei tutto il tipo di felicità e benessere. Nonostante io ignorassi ancora
gli argomenti relativi al Sesto Comandamento — il quale ho conosciuto quando avevo nove o dieci anni — sentivo in me una purezza esimia, che sembrava suonare una musica nel mio interiore. La castità era come una conchiglia nella quale tutto questo era contenuto, e se io la perdessi, romperebbe con
questo mondo meraviglioso“. (Plínio Corrêa de Oliveira, Notas
Autobiográficas, Edit. Retornarei, São Paulo, 2008, I vol., pp. 220- 221. I
grasseti sono del originale).
dopo, che, nel giudizio davanti a Dio, l’uomo troverebbe il suo archi alter
ego. E che quest’Archi Alter Ego sarebbe Cristo stesso, Uomo – Dio come soleva dire Plínio quasi che ossessivamente.
potrebbe mai essere totalmente perduta. PCO immaginava che l’innocenza primeva non si perderebbe col peccato mortale personale. Se nemmeno il peccato originale d’Adamo avrebbe impedito che tutti gli uomini nascessero coll’Innocenza primeva, tanto meno lei potrebbe essere perduta dal peccato personale. Paradossalmente, si conserverebbe l’innocenza primeva anche se ci
avesse un “mare di peccati“.
possa strappare dalla parte interiore della nostra anima, ma rimane come una cattedrale engloutie, una cattedrale immersa nelle aque del peccato, il
quale ancora esiste in noi” (Plínio Corrêa de Oliveira, A Inocência…, p. 53).
“Sparita l’innocenza, sarebbe tutto perduto? Lei è qualcosa d’irrecuperabile o può essere restaurata?
“Senza dubbio, può avere una rstaurazione. Non si trata semplicemente di conversione d’un peccatore pentito — nonostante la conversione faccia parte del tema — ma del ritorno allo stato primevo dell’armonia interna che
costituisce l’innocenza” (Plínio Corrêa de Oliveira, A Inocência., p. 53).
“Sono le mancanze che salvano. Non bisogna fare delle considerazioni
flagellanti e laceranti rispetto al paradiso perduto col quale si è rotto e
che avrebbe anche rotto con noi. Invece, se ne deve pensare il contrario:
questo paradiso non ha rotto con noi ed in ogni momento bussa alla nostra
porta” (Plínio Corrêa de Oliveira, A Inocência., p. 54).
alcuni sistemi gnostici, come quello dei mandeani.
divino.
“differisce molta dalla concezione comune su quello che sono l’esistire d’un uomo, il Giudizio Final ed il giudizio di Dio” (Plínio C. de Oliveira, A
Inocência., p. 61).
in un paese completamente strano, dove non conosciamo nessuno. Rimaniamo, nel fondo, molto terrificati. E si può avere l’impressione che il giudizio non possiede una relazione con la nostra biografia, ma con una tabella di Dieci Comandamenti che dovrebbe essere stata rispettata. Non ci sembra che rivedremo una persona molto conosciuta, ma saremo in contatto con uno sconosciuto che non è mai stato davanti noi” (Plínio Corrêa de Oliveira, A Inocência., p. 61. Grasseti nostri nella citazione).
“Q” maiuscolo, nella casa paternale dell’anima. Con Quello ch’è più ch’io
stesso, nella cui convivenza vivrò ed esistirò per tutta l’eternità. È la
sensazione di ritorno alla casa paterna dopo un lungo pellegrinaggio. “È la
ricerca del similissimo a me, più di me stesso”. (Plínio Corrêa de Oliveira,
A Inocência Primeva e a Contemplação Sacral do Universo, ed.Cit., p. 62).
Il sottolineato appartiene al testo originale.
esempio, nei testi mandeani) in cui la salvezza accade attraverso l’identificazione in un’unione ipostatica dell’io personale coll’io divino. Tutta la Gnosi romantica è ripiena di questa idea, che secondo Hans Jonas è il cuore della Gnosi (Cfr. Hans Jonas, La Religion Gnostique, Flammarion, Paris 1978, p.168).
Saïs), da Wagner (Tristano e Isotta) e dal cabalista Martin Huber, ed anche
dal Rituale del Terzo Grado dell’Ordine Templaria di Portogallo.
11 – La Contemplazione Sacrale Dell’universo Dall’uomo Innocente
ad un mondo ideale, il mondo “sacrale” per eccellenza.
quando l’innocenza primeva regnerebbe nell’anima di tutti gli animi. Dunque, nell’anima di tutti gli uomini, anche senza il Battesimo. Tutti, attraverso il “senso dell’essere“, potrebbero raggiungere la “conoscenza” di un mondo ideale, questa sarebbe una conoscenza salvatrice.
raggiungere un “ordine ideale“, che loro conoscerebbero per mezzo delle
matrici universali innate in loro.
dagli essere analoghi a quelli del nostro mondo concreto, ma molto più
perfetti, perché non avrebbero materia. Quello di meglio che ci sarebbe nel
nostro mondo, esisterebbe in un modo perfettissimo, senza alcuna limitazione
e difetto, e senza materia, in questo mondo ideale. Questo sarebbe un
universo dei puri esseri ideali, molto simile al mondo delle idee di
Platone, ma anche superiore a tale mondo.
dell’Assoluto, ci sarebbero parecchi paradisi immaginari, analoghi uni agli
altri, fino il mondo supremo dell’Assoluto Assolutissimo. Di grado in grado, ognuno di questi “paradisi” immaginari, in una successione indefinita di analogati, condurrebbe ad un mondo totalmente ideale, il quale PCO chamava il mondo della Trans-Sfera.
dell’immaginazione, sognando delle creature che avessero qualità ogni volta
più elevata, fino il livello dell’Assoluto, che PCO mette nel mondo dei
possibili di Dio.
1° La Limonatissima ed il Dottore Plínio:
Agli trè anni d’età, andando in Europa in barca, PCO ha bevuto una limonata
che gli ha causato — per usare un termine caro al Dr. Plínio — una forte
impressione.
aveva raggiunto… E, senza sapere ancora dire quello che sto spiegando
adesso, l’idea mia era la seguente: “C´è, nell’ordine dello spirito, un
piacere della limonata, e c’è, nelle altre sfere superiori, una
limonatissima che non è più una limonata, e non ha nemmno limone. Ma se io affermo questo alle persone adulte che me circondano, diranno che sono pazzo. Percepisco che non so come esprimere bene quello che sto pensando, ma quando sarò diventato più vecchio saprò farlo” (Plínio Corrêa de Oliveira, Notas Autobiográficas, ed. cit, p. 96).
B - un secondo esempio della “contemplazione sacrale” pliniana è su un bicchiere di birra:
“Non capirò la birra se non sarò riuscito ad immaginare la birra perfetta.
Dopo averla immaginata, questa birra imperfetta mi fa comprendere un essere
possibile che è la allegria della vita mia.
(…) Nella birra, io vedevo la possibilità d’essere molto più di quello
ch’ero, e questa possibilità mi parlava su Dio” (PCO, A Inocência., p. 302).
concepisce, è nel sentimento.
“Non si trata soltanto, o sempre, di fare l’esplicitazione delle cose
percepite dai sensi. Il passo indispensabile è un tipo di sentire dal quale nascerà più tardi l’esplicitazione. Questa sarebbe la seconda tappa, meno imprescindibile, mentre la prima è la più preziosa, perchè da questa dipende il resto del processo” (Plínio Corrêa de Oliveira, “O Senso Comum e a
Procura do Absoluto”, in revista Dr. Plínio, ano VII, N0 71, Fevereiro de
2.004, p. 27).I grasseti sono nostri.
ma effettive, rispetto a quello che è dintorno, ela cercherà un universo
ideale. Lei sa che questo universo ideale non esiste, ma ha la nozione di
che, in alcun modo, deve esistere” (O universo é uma Catedral, excertos do
pensamento de Plínio Corrêa de Oliveira por Leo Daniele, Edições Brasil de Amanhã, São Paulo, 1997, p. 23).
dovrebbe esistere, al meno in alcun modo;
nostro libro, le fiabe raccontano delle cose irreali qui, ma che sono “verità nell’oltreregno“;
questo mondo della Trans-Sfera, e non a Dio. Quello fa sostituire Dio per la
Trans-Sfera.
dicendo che quello che c’è di più splendido nel mondo in cui viviamo ha il
suo auge nel mondo dei possibili di Dio, che non esistono, ma che in alcun
modo esisterebbero.
Dunque, chi dedicarsi a lei vedrà rivelare davanti a sé un vero universo,
perché tutti gli esseri esistenti hanno un’analogia con gli innumerevoli
esseri che non esistono e non esistiranno mai”(PCO, A Inocência Primeva e a Contemplação Sacral do Universo,edição do Instituto Plínio Corrêa de Oliveira, Artpress, São Paulo, 2008, p. 153. I grasseti sono nostri).
nell’Espistola ai Romani ( I, 20).
quotidiana e mettendo in una linea archetipica di bellezze ideali. Per me,
non aveva bisogno che loro esistessero, ma mi bastava capire che loro erano concepibili” (Plínio Corrêa de Oliveira, Notas Autobiográficas, vol. I, p. 301. I grasseti sono nostri).
insegnavano la Religione, la Metafisica ed il buono senso non interessava.
Importava veramente quello che egli immaginava, esistesse, o non, la cosa
immaginata.
Bergson, lui considerava che l’esistenza era un mero flusso. Ecco il suo commento mentre vedeva uno zampillo d’aqua cadendo nel mare:
“Così è la vita! I fatti escono dal possibile per diventare reali e dopo si
perdono in quello che già è passato, come quest’aqua che sparisce nel mare. È bello vedere come questo accade. Ed il rumore che quest’aqua fa cadendo nel mare, è come il rumore dei fatti della vita, quando finiscono d’accadere e si perdono nel passato. Ed il rumore che va, va, ed improvvisamente finisce. Così è la vita…Che bello questo zampillo! Com’è buono che cominci, com’è buono che duri, com’è buono che finisca!“( Plínio Corrêa de Oliveira, Notas Autobiográficas, vol. I, p. 212).
di chi egli ripete appunto il termine “zampillo” per indicare il flusso
dell’esistente.
morendo, diventerebbero soltanto degli esseri “possibili”.
“Le mancanze sono un ricordo d’un piccolo possibile che non esiste più.
Così, quando qualcuno non esiste più, ci rimane come un possibile” (PCO, A
Inocência Primeva e a Contemplação Sacral do Universo, Instituto Plínio
Corrêa de Oliveira, ed. Artpress, São Paulo, 2008, p. 159)
leggenda varrebe più dei fatti accaduti.
Plínio ha chiamato questo mondo ideale “Trans-Sfera. Ecco il concetto di Trans-Sfera del Dr. Plínio:
ottenuta attraverso la contemplazione dei possibili di Dio, i quali non
esistono, ed i quali non possiamo contemplare.
d’unione coll’Assoluto di Dio”. Ed abbiamo visto anteriormente, in questo
riassunto, che, secondo PCO, quest’unione coll’Assoluto sarebbe la
divinizzatrice dell’uomo.
trascendente della realtà, cioè, sognando, si raggiungerebbe la Trans-Sfera Pliniana, mondo questo che sarebbe analogo ai possibili di Dio.
E questi possibili potrebbero attuare su noi, e noi su loro in una mutua
intervenzione sognatrice.
essendo stati veramente creati — perché se fossero stati creati già non
sarebbero possibili, ma esseri realizzati — non hanno il potere d’attuare.
Loro non hanno potenza attiva. E perciò, loro non posso essere delle cause agenti. Loro non possono nemmeno causare l’impeto del quale ci parla Bergson nelle sue fantasticherie filosofico-gnostiche, che sembrano aver influito nell’immaginazione di Dr. Plínio, per costruire la sua Gnosi burlesca e
filosoficamente male organizzata. Male organizzata, perché per radunarla,
egli non usava bene i termini filosoficamente alla moda, nella Belle Époque.
Abbiamo detto che la Gnosi pliniana è burlesca. Ma è anche raffinata, perché
egli l’ha fatta con delle pretensioni metafisiche male digerite, e con dei
sogni borghesi tupinikin di raggiungere un livello aristocratico alla francese. Ma la sua dottrina, anche se grossolana e burlesca —- paranoica — non lasciava di essere una Gnosi. Comunque, un’eresia.
spirito umano concepisce come un prodotto dello spirito” (PCO, A Inocência…, p. 173)
umano crea per sé, d’un ordine irreale, ipotetico, non esistente, formandosi
alle volte in un modo molto effimero, da certi aspetti della natura, dalle
attitudini dei individui, ecc., che non costituiscono, dunque, un ordine
reale. Sono aspetti fugaci, sono lampi, che le cose prendono e con i quali
l’uomo costituisce un modo abituale di vedere tutti gli esseri come si
fossero in una trans-sfera” (PCO, A Inocência., p. 173.). I grasseti sottolineati sono nostri.
essere reale un giorno e nel quale la mia anima vorrebbe vivere, è diventata
un tipo di tendenza nel mio spirito”. (Plínio Corrêa de Oliveira, in revista
“Dr. Plínio“, Ano IV, Novembro de 2.001, No 44, p. 16. Il sottolineato è
nel originale del texto citato).
ossa.
realmente, uomini e donne di carne e ossa con la perfezione che io
desideravo, o oggetti materali sensibili colla bellezza ideale che io volevo. E sapevo che non riuscirei a conoscere in questa terra un ambiente umano che raggiungirebbe questo pinnacolo” (Plínio Corrêa de Oliveira, Notas Autobiográficas, Editora Retornarei, São Paulo, 2008, vol.I, p. 452).
circondava. Io ci vedevo delle cose belle ma anche delle altre riprovevoli,
sbagliate e deformate, ma sentevo che, in alcun modo, le realtà potevano
essere elevate a questo ideale, da dove emergeva l’idea di che il mondo
dovrebbe essere corretto” (Plínio Corrêa de Oliveira, Notas Autobiográficas, Editora Retornarei, São Paulo, 2008, vol.I, p. 452-453).
finissima visualizzazione dell’arco, formare l’idea del arco degli archi,
come quell’arco che si sta vedendo dovrebbe essere” (PCO, A Inocência
Primeva e a Contemplação Sacral do Universo, Instituto Plínio Corrêa de
Oliveira, ed. Artpress, São Paulo, 2008, p. 161).
modo viva nella persona. E questo fa con che lei abbia rispetto a tutto ciò
una fecondità nel formare delle nozioni ideali, molto subcoscienti, ma
effetive. Ma man mano la persona conosce l’universo, comincia a avere in
germe l’idea dell’universo ideale. Quest’universo ideale, lei sa che, tale
quale l’immagina, non esiste, ma che, in alcun modo, qualcosa deve esistere.
‘Questa qualcosa’ corrisponde ad una visione sublimata e trascendente della
realtà cha abbiamo cominciato ad analizzare” (PCO, A Inocência Primeva e a Contemplação Sacral do Universo, Instituto Plínio Corrêa de Oliveira, ed.
Artpress, São Paulo, 2008, p. 161. Il sottolineato è nostro).
possibile virtualmente già creato, del quale noi ne abbiamo una certa
nozione a partire dagli esseri creati o dalle opere fatte dagli uomini. In
alcun modo, questo possibile già abita in noi…ma non possiamo essere così
miserabili che nulla in noi sia rimasto da quello possibile che ci renderebbe più simile alla nostra stessa trascendeza. Cioè, a quello modello ideale di noi stessi verso il quale dobbiamo tendere (…) Allora, noi chiamiamo questa visione sublimata della realtà Trans-Sfera”. (PCO, A Inocência., pp. 173-174).
qualcosa viva in noi, che ci proietta in un’ordine di vita che è l’ordine
soprannaturale, dove diventiamo in alcun modo cittadini della città la quale
non abbiamo ancora costruta. E dove la città la quale non abbiamo costruita
in alcun modo già vive in noi”. (PCO, A Inocência., p. 74).
nell’aldilà che attira l’uomo.Ma questo futuro esiste davvero, o no? Come possibile, come causa agente esiste, man mano che le radici di questo movimento dell’anima s’incontrano nella natura creata.
Quindi, questa vue de l’esprit è l’atto iniziale che ci conduce verso il
pinnacolo della realtà”. (PCO, A Inocência., p. 175. Il sottolineato è
dell’originale).
[sic].
eremiti e principianti nella TFP. [Faremo la citazione dal documento originale, correggendo gli errori di dattilografia e d'ortografia]:
quello che egli [Dr. Plínio] dice, ma già insegna qualcosa ai signori.
po’ più meglio [sic!] costituiti dei sassi comuni. Trasmettono appunto un
po’ di luce. Sono dei sassi molto bianchi, dai quali è possibile percepire
un po’ di luce del sole, ecc. Questo è quello che è comune delle creature
paragonate a quello che egli [Questo "egli" è il "Profeta" Plínio] ci parla
molto nel MNF sulle creature “ab eterne” [sic]. Cos’è “ab eterne” [sic!]
secondo lui? Non è un sasso, ma una pietra così preziosa, preziosissima, che
noi abbiamo l’impressione di che la luce è nata dentro lei [Esclamaazioni].
E che così sarebbe una creatura “ab eterne”. Sarebbe così luminosa,
luminosissima, che noi avremmo l’impressione di che ci sarebbe luce dentro lei. Sarebbe come se lei fosse le qualità che ha. Perciò sarebbe molto
vicina a Dio. (Telefonata di João Scognamiglio agli Stati Uniti, 20/02/1983, narrando il “Jour-le-Jour“).
“Allora la distinzione tra le due cose diverse. Una cosa è, in vista di
qualcosa palpabile e sensibile, e, immaginando qualcosa dello stesso tipo,che sia ancora più bello di questo”.
“Per esempio qui io sto vedendo delle ciliege (…) io posso immaginare
delle super ciliege (…) Non faccio che immaginare questo che è qui elevato
alla più grande perfezione che è propria a questa cosa.”
“(…) il cammino verso il meraviglioso tende a questo (…) la persona che
possiede questo senso, vedendo qualcosa, tende a immaginarla nella sua più grande perfezione. Perché lei capisce qual’è la bellezza massima della cosa, nonostante non l’abbia mai vista.”
“(…) Bene, adesso c’è un’altra perfezione, un altro senso di perfezione che va più lontano. Vedendo una ciliegia, immagini come sarebbe una ciliegia paradisiaca.
Paradiso terrestre esiste nel nostro universo, è protetto là, e quello che
sembra Elia ed Enoch sono là.”
“(…) Adesso una cosa ancora più elevata, è quando una persona crea
completamente — non sono le ciliege del Paradiso — fa una gioia con rubino,
con parecchi rubini, per comporre quello che sarebbe una ciliegia
meraviglosa ed ideale [la quale non è mai esistita in] nessun luogo è
esistita. Sarebbe una vera bellezza.”
“(…) Questo che sto parlando rispetto alla ciliegia può essere il panorama. Allora, la mia Venezia eterna, e finire di grado in grado, in una città, che non esiste né nelle nubi, concepita da me, ma (…) invece, così diversa quanto possibile da questa città, continuando a meritare il nome di città. Soltanto appartenendo allo stesso tipo di città.”
“Allora, una città nella quale le pietre fossero costituite dai raggi di
sole di “Claude Lorrain”. E così via.”
“Bene, ma una volta costruite queste città, lo spirito umano non si
contenta. Egli, davanti queste cose, molto meravigliose, lui ha un riflesso
in certo momento, il quale gli fa pensare a qualcosa la quale non sa dire
come sia. Sono ancora delle creature, ma non sa dire come è.”
“Qualcosa che abbia tale splendore, che lui sia appunto obbligato ad
immaginare, per esistere in funzione di questo, esseri angelici. Ed esseri
angelici di una perfezione naturali ancora maggiore degli esseri angelici
dei quali abbiamo conoscenza”.
E man mano che parlo su queste cose… (Ahhhhhh!!!!). “(…) lo spirito umano va desiderando qualcosa, la quale non è direttamente Dio. O, per dirlo così, non può essere direttamente Dio, ma che è un’altre creature, altre creature. Con una convivenza così elevata, così straordinaria, così eccelsa, così favolosa, cambiando tale idee tra sé, ed avendo una tale presenza, che rimaniamo così…” Plínio Corrêa de Oliveira, gravação do MNF. – Chá no S. Bento, 27/12/1982, 2a feira. I grasseti ed il sottolineato sono nostri).
sublimità della luce, il quale vorrei raggiungere nelle cose?”
“La risposta rivela una peculiarità singolare: era soprattutto mangiando.
Secondo quello che ho detto, alcuni melodie mi causavano incanti, ma mai
coll’intensità che erano proporzionati dalla culinaria. Ma questo non
accadeva a causa del semplice piacere di mangiare — il quale, anzi, io
l’avevo anche moltissimo — ma perché alcuni cibi se me presentavano
congiunti alle impressioni molto elevate, ed io avevo la sensazione di che
soltanto le capivo mangiando quelle cose.”
“Perciò non esito a dre: sono stato sensibile ai piaceri gastronomici a
prima pueritia mea(dalla mia prima infanzia).”(Plínio Corrêa de Oliveira,
Notas Autobiográficas,Vol. I, p. 375. I grasseti, il sottolineato ed i parentesi sono dell’originale).
“Io mi ricordo che rimanevo guardando quello ed ero estasiato”.
o qualsiasi altra cosa così, che riconosco oggi che io sognavo di un ordine delle cose più adeguate — non erano degli angeli — ma delle creature ab eterno”.
“Ma come riconosco questo? Attraverso un certo tipo di fremito che questo
causava nella mia anima. E nel quale fremeva, nei più elevati, nei più
elevati, nei più elevati della mia anima. Ed è un’archi-Venezia, un’ultra-Venezia, un’extra – Venezia, una super-Venezia, dalla quale quella Venezia, la quale tanto ammiro, non era capace d’essere nemmeno la periferia. Non era capace d’essere la periferia operaria, la bidonville”. (PCO – chá no S. Bento, 27/12/1982, 2a feira – I grasseti ed ilsottolineato sono nostri).
nelle possibilità di tutti i signori — ma non facilmente nelle possibilità,
che io non so cosa dire, è quello che ho raccontato nella riunione del MNF,
che mi ha prodotto quando ho visto la luce dei semafori di SP [San Paolo], i
quali ancora considero belli.
“È una cosa fantastica il semaforo. Come questa bellezza resite a tanta
bruttezza. Chi è stato l’uomo che ha scelto quel grado di luce per i semafori di SP? Questa è una cosa da verficarsi nella storia della città di SP. Perchè, se questo non è stato una concidenza, c’è stato alcuno fabbricante o alcun tecnico che, per un fabbricante stupido, ha fatto questi colori quintessenziati, e che sono stati venuti rotolando a San Paolo, per concidenza, è perfettamente possibile. Non so se negli altre città del Brasile il colorito non è lo stesso di quello che abbiamo qui. Ma se i signori fanno attenzione un bel colorito.
“Penetrare, guardare quel colore cambiare, cambiare, cambiare, ed ogni volta pensare che si sta entrando in un universo azzurro, in un universo rosso, in un universo dorato, successivamente e dopo quello passa…
“Il semaforo non è niente. La questione è il colore, esplorando tutte le
variazioni di quel colore, e dunque abitato dagli esseri, il quale ormai
anche sarebbero di un’altra natura.
“Qualcuno dirà: “meditazioni vane, meditazioni stupide, con le quale l’uomo
non ha niente da fare”.
“Nella riunione del MNF, ho cercato di spiegarlo, ripeto soltanto in una
parola: La meditazione non è vana perché Dio ha creato nella nostra anima, dandoci la nozione dell’universo, nonostanto Egli non abbia creato questo universo con tutti i toni possibili, neanche tutte le perfezione possibili,
Egli ha creato in noi la facoltà di immaginare questa perfezione possibile.”
“Ed evidentemente come tutto quello che c’è in noi, è per il Suo servizio, è
per la Sua glorificazione, questo in noi, bisogna essere esplorato e ha la
sua ragione d’esistere.” (Palavras de Plínio Corrêa de Oliveira- Chá no
êremo de S. Bento, 27/12/1982, 2a feira – I grasseti ed il sottolineato sono
nostri).
Abbiamo visto che, secondo PCO, tutti gli uomini avrebbero innati in sé gli
standard o matrici di tutti gli esseri. Dunque, la conoscenza dell’uomo non
verrebbe dall’esteriore, attraverso i sensi e la astrattezza intelettuale.
matrici idee che possiede in sé.
“Qual’è, allora, il sistema di conquista della verità? Questa comincia per
una lenta spiegazione su quello che già si sa. È un’ordinazione delle nuove
cose che si va sapendo, ma in funzione del buon senso di questi primi dati”.
(Plínio Corrêa de Oliveira, artigo Como Adquirir Certezas, in Revista “Dr.
Plínio”, Ano IV, Março de 2.001, N0 36, p. 27. I grasseti ed il sottolineato
sono nostri).
conoscente e l’oggetto conosciuto. Plínio, come Bergson, negava valore alla ragione e sfidava lo studo ed i libri. La meglio conoscenza sarebbe innata
dentro noi stessi. In contatto colla realtà esteriore a noi, abbiamo un’impressione. Quest’impressione sveglierebbe in noi una consocenza ideale innata, la quale, lavorata dall’immaginazione, potrebbe portarci, di analogato in analogato, ad un concetto puramente ideale, il quale sarebbe quel’essere come possibile perfettisimo, nella Divinità.
Unendo l’Assoluto del soggetto conoscente coll’Assoluto nelle cose andrebbe fino la fusione finale coll’Assoluto.
Vediamo cosa ne dice Plínio:
di prezioso, ma il cui colorito è troppo bello. Dalla mia infanzia, nelle
passeggiate per i campi, me sono abituato a notare queste pietrine e ne
prendere alcuni. La mia idea era la seguente: come sarebbe piacevole abitare in un ambiente in cui tutto fosse del colore di quella pietra, della
consistenza che lei sembreva avere, dove io potessi respirare e rilassarmi,
senza avere bisogno di parlare con qualcuno, nemmeno qualcuno con me. E mettendo il mio temperamento nelle condizioni della pietra, assimilando
tutto ciò che c’è nella pietra, e per così dire, “smeraldandomi“, “rubinandomi“, “zaffirandomi“, così qualcosa da quello come che entrasse dentro me e mi arricchisse con quello. Questo era per me una fiaba senza fate, nella quale la fata era l’ambiente puro, era il puro colore dentro il quale io abiterei, e, durante un po’ di tempo, io troverei la mia contentezza”. (Plínio Corrêa de Oliveira, artigo citado in revista “Dr. Plínio”, Ano IV, Novembro de 2.001, N0 44, p.16. 2a coluna. . I grasseti edil sottolineato sono nostri).
piacere che o sempre conservato per questo tipo di pietre”.
alcun modo soddisferebbero questo mio desiderio. Dopo, quando ho scoperto che alcuni sguardi indicavano che certe anime come che vivono in una pietra o in una aqua interiore, o in un’aria interiore, e che loro abitano in
qualcosa o qualcosa abita inloro —metafisicamente— che è come un liquido nel quale loro esistono e che porta fecondità, forza, serenità,
inspirazioni, voli, i quali costituiscono un tipo di campana di vetro dentro la quale la persona vive. E quest’idea di vivere un giorno in qualcosa che non sia il reale e nella quale la mia anima vorrebbe vivere, si è costituita in un tipo di tendenza frequente nello spirito mio”. (Plínio Corrêa de Oliveira, revista “Dr. Plínio“, Ano IV, Novembro de 2.001, No 44, p. 16. . I grasseti ed il sottolineato sono nostri).
dal reale verso un mondo ideale che ne sognava.
mentre soffreva di tedio — anche questo tedio tipicamente romantico — in una lezione che Plínio non sopportava:
sapevo che si tratava d’un brutto animale, come me ne sono accorto alcuni anni dopo. Di quest’uccello io soltanto conoscevo il bello profilo, il volo grazioso e il suo splendido muovere delle ali. È vero che di quest’uccello soltanto si vede la silhouette, ma la silhouette ha la sua eleganza, e l’avvoltoio era una, planando attraverso l’aria. Alle volte, quando volava con un’ala che sembrava essere corta e l’altra lunga, o allora si voltava ed era l’altra ala che allora si voltava ed era un’altra ala che cresceva e l’anteriore sembrava essere minore”.
“Quando io percepevo che lui planava e non batteva le ali, pensavo: “Come
deve essere bello essere un avvoltoio! E come sarebbe piacevole se io, a
quest’ora, potessi staccarmi da questo banco, da questo foglio, da questo
foglio dove, con una grafia perennemente brutta, sto scarabocchiando delle cose e sul quale, giocando con le palline delle cartucce della penna stilografica, lascio cadere delle goccie d’inchiostro e mi annoio…”
dare delle formulazioni nel mio proprio pensiero, ma quello che andava al
mio spirito era: “Ah! Se io potessi uscire volando per la finestra, tagliara
l’aria come un avvoltoio, ed abitare per molto tempo dentro il blu, sedermi
sulle nubi, dormire un po’ dentro loro e giocare col vento in un modo che
lui mi portasse delicatamente dove volevo; o se avessi il piacere di
fenderlo senza grande sforzo — questo sarebbe un divertimento molto
piacevole, in mondo di sogno, mondo che non c’è”. (Plínio Corrêa de Oliveira,
artigo O Meu Mundo de Sonhos Existe no Céu, in revista “Dr. Plínio“, Ano
IV, Novembro de 2.001, N0 44, p.16. 1a coluna. I grasseti ed il sottolineato
sono nostri).
citato come egli sognava di tuffarsi in un alabastro per arrivare ad un
quasi “non-essere”; come lui sognava d’essere il fiume Arno, senza il mare [sic],
essere un cigno vivendo in un universo “cignoso” , essere un pavo abitando
in un immaginario mondo “pavonico”.
perché vedeva il mondo non come il mondo è, ma come giudicava che il mondo fosse].
e sta facendo tutto questo circolo nel nostro cortile, vicino alle galline.
Lui ha un tipo d’immaginazione attraverso la quale vede un universo
“pavonico” che non esiste, ma al quale è proporzionato”.
“L’innocente ha l’impressione —lui sa que non è la realtà — di che le
immagine delle cose ci danno l’idea di che il pavone vive in funzione d’un
immaginario ordine pavonico, e che il cigno vive in un immaginario ordine
“cignoso”, e che così ci sono parecchi ordini possibili che non esistono, ma
per quale tutto l’uomo è stato fatto. Dunque, non c’è soltanto il pavone in
sé, ma un universo pavonico, un universo cignoso. Ci sarebbe, comunque, un universo “leonico”, una cosa fantastica.
“Possiamo vedere allora che ci sono molti unversi possibili che non sono
stati fatti, che sono molto superiori all’universo che vediamo, al quale ci
tendiamo completamente”(Plínio Corrêa de Oliveira, O Reino de Maria na alma do Senhor Doutor Plínio: “Minha Biografia Íntima”, Sagrado Coração de Jesus -XXIX-Curso de Formação São Bento-Praesto Sum-Saúde, p.8-9. I grasseti ed il
Oliveira, in A Cavalaria Não Morre, Coleção “Canticum Novum”, p. 54. il
sottolineato è nostro).
di PCO, che il sognare sarebbe collegato alla Fede:
con fede abbia ricevuto questa preparazione, lei vola da dentro la fede
verso la santità“ (Excertos do pensamento de Plínio Corrêa de Oliveira, in A Cavalaria Não Morre, Coleção “Canticum Novum”, p. 56. . il sottolineato è nostro).
evanescenti, ineffabili. Egli chiamava queste inuizioni mistiche flash.
Avere un flash sarebbe avere una visione subita, rivelatrice della Divinità,
o dell’Assoluto, visione divinatrice ma, non traducibile in parole. Per questo diceva Plínio: “Chi ha visto, ha visto. Chi non ha visto, non ha visto”. La visione data dal flash sarebbe impossibile d’essere messa in parole. Plínio potrebbe dire con Walter Benjamin che la visione intuitiva è
come dei lampi, e la parola che ne parla sarebbe come un tuono, che non
esprime mai la luce brillante dei lampi…
affermato che la visione di Dio, l’idea che normalmente si trasmitte del
cielo, come contemplazione eterna di un Dio immutabile, eternamente
immobile, non gli soddisfaceva: nel cielo, egli voleva d’avere delle
sensazioni fisiche.
Corrêa de Oliveira, artigo “Minhas Primeiras Impressões sobre o Céu“, in
revista Dr. Plínio, N0 49, ano V, Abril de 2.002, p. 29. Il sottolineato è nostro).
“gaudi, santi ed intensi che i nostri corpori sentiranno nel cielo empireo” (Plínio Corrêa de Oliveira, artigo Minhas Primeiras Impressões sobre o Céu, in revista “Dr. Plínio”, N0 49, ano V, Abril de 2.002, pp. 28- 29).
“Questa sentenza è interamente logica e comprensibile. Essendo l’uomo
composto da corpore ed anima, e se la dottrina cattolica ci insegna che,
condannato, lui soffrirà nel inferno delle pene corporali e spirituali, perché non ci sarà nel cielo, al contrario, una ricompensa per il corpore allo stesso modo che c’è una per l’anima? E perché non esisterà, dunque, nel celeste Paradiso, un luogo dove il corpore umano, glorificato, spurgato da tutte le miserie di questa vita e già nella immortalità, possa sfruttare tutte le delizie caste che gli sono proprie, allo stesso tempo che la sua anima è perduta nei gaudi della visione diretta di Dio? Non sarà questa una necessità decorrente dall’eterna unione tra anima ed corpore resurretto?”
”I teologi vanno più lontano nelle sue escogitazioni. Secondo loro, gli Angeli stessi, che sono puri spiriti, diventeranno notori in alcuno modo
all’uomo resurretto. Causando certi movimenti nell’aria, modellando qualche forma o producendo colori e suoni paradisiaci, loro ci daranno un’idea di come sono veramente. Come il musico che utilizza lo strumento per
trasmettere all’ascoltatore un’impressione, loro, gli Angeli, si serviranno di quegli elementi per dilettarci. E non c’è nulla che ci impedisca d’immaginare brezze o venti con freddezze o tiepidezze diverse, cadendo sulla nostra pelle come rasi, sete, velluti”. (Plínio Corrêa de Oliveira, artigo E Seremos Repletos de Grandeza..., in revista “Dr. Plínio“, N0 49, ano V, Abril de 2.002, pp.14-16-17. I grasseti ed il sottolineato sono nostri ).
celestiali. La dialettica gnostica, che difende l’esistenza d’identità ed
opposizione assoluta tra spirito e materia, faceva Plínio immaginare una
limonata senza limone, corpore celesti senza carne e ossa, a, allo stesso
tempo, toilette celestiali. L’aggettivo burlesco si adegua molto bene alla
Gnosi pliniana e quella degli Araldi del Vangelo.
Dalla dottrina teratologica incoraggiata da Dr. Plínio, especialmente attraverso João Scognamiglio Clá Dias, doveva nascere le tesi più eccentrice
e ancora più assurde. Ecco alcuni che erano largamente diffuse tra gli
eremiti e i membri più coinvolti della TFP e adesso degli Araldi. Avevamo
centinaia di testimonianze scritte e firmate, confermando quello che abbiamo scritto sotto. Ma adesso, parecchie di queste affermazioni posso essere trovate in un testo, fino allora po’ segreto, da Dr. Plínio ed il quale è
stato pubblicato dal sito salvemaria.info, organizzato dalle persone uscite
dalla TFP e dagli Araldi del Vangelo, ma favorevoli alla dottrina pliniana.
Questo testo è quello di molte conferenze di Dr. Plínio esponendo chi lui pensava essere e quello che sarebbe la TFP. Queste conferenze s’intitolano
“Chi siamo noi”. ( Questo documento è trascritto nell’Apendice del nostro
libro “Viaggio al paese delle meraviglie – la gnosi burlesca della TFP e
degli Araldi del Vangelo”).
“Se me domandano cosa sono io, come San Francesco è stato la povertà o San Bernardo il raccoglimento, io dico che sono la grandezza”.
“Non c’è dubbio. E faccio paura. I nostri avversari hanno panico di me”.
(Plínio Corrêa de Oliveira, “Quem Somos Nós”, 2-A-a).
che ha sposato la povertà. Soltanto Dio è. L’uomo, purché essere creato, può
avere la grandezza. Ma soltanto Dio è la Grandezza. Quando Plínio dice che
egli è la Grandezza, egli fa da sé stesso Dio.
della sua Grandezza, spiegando in lunghe pagine, che egli è “la Grandezza”, “impersonale”, “sacrale”, “militante”, “sofferente”,”disinteressata”, “protettrice”, “incomprensibile”.
TFP— segretamente — tendono al sedevacantismo, e da questo allora Plínio è arrivato a delle conclusioni più eccentrice, le quale abbiamo esposto anteriormente.
Praesto Sum. Ha affermato e dimostrato.
corrisposto alla grazia, poiché se non ci fosse stata questa corrispondenza,
lui non farebbe la vendetta piena delle sofferenze di Cristo nella sua Passione e, in questo caso, sarebbe vergognoso per il Figlio di Dio aversi incarmato. Dunque, il Figlio di Dio soltanto è diventato uomo, perché Dr. Plínio ha corrisposto alla grazia”.
b) “Lo Spirito Santo, ritirandosi dalla Chiesa, si è rifugiato in Dr.Plínio“.
—”Sembra che lo Spirito Santo, ritirandosi dalla Chiesa, si è rifugiato in Lei, Dr. Plínio”.
A questo, ha risposto il sempre modesto Profeta:
— “Ma vuoi sapere una cosa, mio João? Credo di sì”.
e) Madonna si è incarnata, abita o parla attraverso la bocca di Dr.
Plínio, Mediatore della Mediatrice.
h) Dr. Plínio non avrebbrebe il peccato originale.
j) Dr. Plínio è inerrante.
k) Dr. Plínio è immortale.
l) Dr. Plínio sarà glorificato o trasfigurato in vita.
m) Dr. Plínio è il Profeta per antonomasia.
n) Dr. Plínio sarebbe il Profeta Elia?
o) Dr. Plínio è santo, ed forse appunto il più grande della Storia.
p) Dr. Plínio giudice nel Giudizio Finale e fondatore del Regno di Maria.
che Dr. Plínio ha cominciato “in-abitare” in João Clá, il qulale, perciò, gode di tutti i privilegi che prima erano attribuiti a Dr. Plínio.
*Litanie del Profeta.
**Confiteor a Dr. Plínio.
***** Parodia di Ave Maria a Dr. Plínio.
te. Tu sei benedetto tra i fedeli. E benedetto è il frutto del tuo amore ed
odio: La Contro-Rivoluzione.
“O Sacrale Luigi-Plínio-Elia, padre ammirabile e catolicissimo della
Contro-Rivoluzione e del Regno di Maria, prega per noi stupidi e peccatori
adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.”
Parodie dei Sacramenti nella TFP.
18 - Culto Monsignore João Scognamiglio Clá Dias
Dopo la morte di PCO, il culto che gli era offerto ha cominciato a essere
offerto anche al suo sostituto João Scognamiglio. Di questo culto diamo qui la eccentrica litania a João Clá.
Araldi del Vangelo (Litania che ci sono state inviate da un ex-membro degli
Araldi).
Condestabile del Signore Dottore Plínio
vicino al suo affeto e zelo, preghiamo, ascoltaci!
apostolato
Modello d’entusiasmo
João che è confermato nella vocazione
Brillante crociato spagnolo
João che ha accettato ed ha sofferto quello che doveva soffrire senza
lamentarsi
João che rappresenta la fedeltà del SDP a lui stesso
Attraverso chi il SDP ringrazia Maria Santissima tutto il bene che lui ha
fatto alla causa
Non est inventus similis illi
Uomo dell’imprevisto
Proto-apostolo della RCR
Maestro dell’apostolato
Fonte d’allegria
Fonte di speranza
um culto assurdo, propagato da João Scognamiglio, per un’ordine ed
ispirazione di Dr. Plínio.
Kyrie, eleison.
Christe eleison.
Kyrie, eleison.
Christe, audi nos
Christe, exaudi nos.
Pater de coelis, Deus, miserere nobis.
Filii Redemptor mundi, Deus, miserere nobis.
Spiritu Sancte, Deus, miserere nobis.
Sancta Trinitas , unus Deus, miserere nobis.
Dona Lucília, prega per noi.
Manguinha, prega per noi.
Madre del Signore Dottore Plínio, prega per noi.
Madre del Dottore della Chiesa, prega per noi.
Madre del Nostro Padre, prega per noi.
Madre dell’Ineffabile, prega per noi.
Madre di noi tutti, prega per noi.
Madre dei secoli futuri, prega per noi.
Madre del Principio assiologico, prega per noi.
Madre del Temperamento della Sintesi, prega per noi.
Madre di tutta la purezza, prega per noi.
Madre della Trans-Sfera, prega per noi.
Madre della Serietà, prega per noi.
Restauratrice dei temperamenti, prega per noi.
Fonte di luce, prega per noi.
Generatrice dell’Innocenza, prega per noi.
Conservatrice dell’Innocenza, prega per noi.
Consolatrice del Signore Dottore Plínio, prega per noi.
Mediatrice del Grand Retour, prega per noi.
Mediatrice di tutte le nostre grazie, prega per noi.
Aurora del regno di Maria, prega per noi.
Dona Lucília del Sorriso, prega per noi.
Dona Lucília degli Flash, prega per noi.
Fiore più bello di tutti, prega per noi.
Refugium nostrum, prega per noi.
Consolatrix nostra, prega per noi.
Auxilium nostrum nella Bagarre, prega per noi.
Causa della nostra perseveranza, prega per noi.
Vaso di Metafisica, prega per noi.
Martire dell’isolamento, prega per noi.
Regina della sofferenza serena, prega per noi.
Regina del modo, prega per noi.
Regina della serenità, prega per noi.
Dona Lucília, madre e madonna, aiutaci.
*Dona Lucília, nostra più grande mediatrice davanti a Madonna, aiutaci.
*:(Giaculatoria aggiunta dopo le denunce contro la litania)
— Prega per noi, o Madre del Dottore della Chiesa.
— Affinché siamo dignitosi delle promesse del Signore Dottore Plínio.]
Ricorda, o piissima Dona Lucília, che non si ha mai sentito parlare, ecc.
Araldi del Vangelo, in Brasile ed anche in altri paesi; visto il culto assurdo che si offre, fino ad oggi, a Dr. Plínio, Dona Lucília, ed adesso all’attuale Monsignore João Scognamiglio Clá Dias; vista l’organizzazione di una setta segreta —La Sempre Viva — esistente fino ad oggi nella TFP e tra i membri dello Istituto Pontificio Araldi del Vangelo; visti la sua convinzione segreta nel sedevacantismo ed il progetto del Monsignore João
Clá Dias d’ingannare la Gerarchia della Santa Chiesa, chiamata da lui
“Struttura”, la quale egli vuole che non abbia più potere dentro la Chiesa;
vista la sua convinzione occulta che i Papi post-conciliari, essendo eretici
o complici dell’eresia, almeno per omissione; considerando la pretensione
del Monsignore João Scognamiglio di esecutare la “Manovra Giuditta” contra
la Sacra Gerarchia della Santa Chiesa, supplichiamo al Papa Benedetto XVI,
gloriosamente regnante, che determini un’Intervenzione Canonica presso
l’Istituto Pontificio Araldi del Vangelo, che investighi le dottrine constante dalle 43.000 pagine del MNF, per estirpare della Santa Chiesa questo cancro eretico che, da decadi, illude la Sacra Gerarchia, corrompe la dottrina, e perde parecchie anime.
possa causare deviazioni morali, come nella vecchia TFP, come negli Araldi,
(deviazioni dalle quali abbiamo alcuna conoscenza), dalle quali, però,
evitiamo pubblicamente, per carità, e per evitare lo scandalo. In caso di
un’investigazione canonica, la Santa Chiesa con prudenza e sapienza, tratarà delle questioni più gravi della coscienza.
- Seção: Artigos Montfort
- Assunto: Igreja
- Tema: Gnose
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